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Nocicettori

T.TIVILLUS | Capitolo 1: Infanzia



La carcassa della falena continua a guardarla. Oltre alla testa, non resta più nulla che possa ricordare un insetto, solo una poltiglia di liquido bianco e giallo ocra spruzzato sul vetro della porta-finestra. Eppure la carcassa della falena continua a guardarla. Un tempo, in quella massa c’era qualcosa che si muoveva e dimenava con così tanta forza da poter volare.

Lea afferra un rametto, separa ed esplora i resti con l’attenzione di un chirurgo, ritrova i frammenti delle ali, le schegge del carapace. Perché lei non può volare? Le sue braccia sono sicuramente più salde di quelle striscette trasparenti che è riuscita a massacrare con una sola mano, e non c’è nessun dubbio che quella cosa orrenda non avrebbe mai potuto apprezzare il cielo come lei. E allora perché lei non può? 

Basta, dice al grumo, Smettila di fissarmi. La falena, però, non parla la sua lingua, bensì quella degli insetti morti, che possono solo giudicare nella loro immobilità questi minuscoli esseri umani che tanto desiderano essere come loro. Mamma all’ultima visita in ospedale le aveva detto che non hanno nocicettori, una parola grossa da adulti per dire che non possono sentire dolore. Mamma, con gli occhi svuotati, sta imparando la lingua degli insetti morti. A breve sarà anche lei capace di volare. Lea no. 

Da dentro la casa esplode un rumore di mobili infranti. Deve stare prendendo a pugni il tavolo. Lea abbassa la voce a un sussurro. Non ho tempo per questi giochi stupidi, dimmi come fai. La carcassa della falena continua a guardarla. 

Un uomo urla frasi insensate, la chiama, la sta venendo a prendere. Gli ordini della bambina diventano guaiti e mugolii e preghiere. Ti prego, insegnami ti prego. 

Ma i segreti degli insetti restano nascosti. Per volare, bisogna non avere nocicettori.

La porta-finestra si apre. 

Una sagoma enorme copre la luce della lampada che aveva attratto la falena.

E smette di guardarla.










Roberto Pedotti nasce a Milano e cresce storto, con una passione per gli insetti e le piccole, misere, bellezze. Da grande vuole sedersi scomodamente su tutte le sedie del mondo.

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